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GENOCIDI MERKEL MOGHERINI

Solidarietà internazionale per combattere la fame Intervento della Santa Sede a GinevrA. 26 marzo 2014. Pubblichiamo la nostra traduzione dell'intervento svolto il 10 marzo dall'arcivescovo Silvano M. Tomasi osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni specializzate a Ginevra durante la XXV sessione ordinaria del Consiglio per i diritti dell'uomo sul diritto al cibo. Signor Presidente La mia Delegazione coglie con piacere l'opportunità di parlare a questo Consiglio dell'urgente necessità che i Governi e la società globale rispettino proteggano agevolino e adempiano meglio il diritto umano al cibo. Siamo profondamente grati al Relatore speciale uscente per i suoi significativi sforzi a questo riguardo ed esprimiamo il sincero auspicio che in futuro si compiano altri progressi al fine di assicurare che il diritto al cibo non sia «ridotto a un diritto a non morire di fame» e venga davvero riconosciuto come «diritto inclusivo a un'alimentazione adeguata e a tutti gli elementi nutrizionali» necessari «per vivere una vita sana e attiva e mezzo per accedervi» (www.ohchr.org/Documents/HRBodies/.../A-HRC-19-59_en.pdf). La comunità internazionale ha certamente compiuto progressi nell'affrontare il tema della sicurezza alimentare. In occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione 2013 (José Graziano Da Silva Direttore Generale della Fao La sicurezza alimentare è la sfida del futuro «L'Osservatore Romano» giovedì 19 settembre 2013) l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite ha riferito che dalla fine della seconda guerra mondiale la disponibilità di cibo pro capite è cresciuta di oltre il 40 per cento. Ha però anche spiegato che la fame colpisce ancora oltre 840 milioni di persone ma è molto meno evidente poiché persiste principalmente tra quanti vivono nei Paesi in via di sviluppo. Questo tipo di fame si manifesta come «morte lenta» causata da denutrizione privando i bambini delle opportunità e impedendo loro di raggiungere quelle pietre miliari dello sviluppo come la crescita secondo parametri normali lo sviluppo neuromotorio le prestazioni scolastiche che sono date per scontate dalle persone ben nutrite che vivono in Paesi ad alto reddito... «ciò costituisce un vero scandalo» (www.vatican.va/holy_father/francesco/messages/peace/documents/papa-francesco_20131208_messaggio-xlvii-giornata-mondiale-pace-2014_it.html). Signor Presidente nel suo Messaggio per l'ultima Giornata mondiale dell'alimentazione Papa Francesco ha asserito con forza che «fame e denutrizione non possono mai essere considerati un fatto normale al quale abituarsi quasi si trattasse di parte del sistema» www.vatican.va/holy_father/francesco/messages/food/documents/papa-francesco_20131016_messaggio-giornata-alimentazione_it.html). Per spezzare questo circolo vizioso occorre prendere misure strutturali come l'attuazione di leggi quadro a livello nazionale e lo sviluppo di politiche alimentari giuste. Abbiamo anche bisogno di processi ben sviluppati tra cui l'attuazione e il controllo delle politiche nonché dello stanziamento adeguato di risorse. Infine dobbiamo esaminare con attenzione i risultati e l'impatto sulla base di statistiche relative alla fame e alla malnutrizione e di indicatori riguardanti la disponibilità di cibo le entrate sufficienti e i prezzi abbordabili per acquistare un'alimentazione adeguata per le famiglie e i membri più vulnerabili della società.

In un certo senso Signor Presidente Papa Francesco ha tracciato una Road Map volta a favorire ulteriormente la piena attuazione del diritto al cibo. «Qualcosa deve cambiare in noi stessi nella nostra mentalità nelle nostre società» ha esortato proponendo che «un passo importante sia abbattere con decisione le barriere dell'individualismo della chiusura in se stessi della schiavitù del profitto a tutti i costi» (ibid.). Pertanto la mia Delegazione suggerisce che il raggiungimento del diritto al cibo esige solidarietà sociale tra tutti i popoli in aggiunta alle salvaguardie legali e politiche già stabilite da questo Consiglio. A livello nazionale ciò esige investimenti pubblici e privati adeguati per consentire ai piccoli agricoltori di aumentare la produttività di ottenere un surplus di guadagno sufficiente per migliorare le condizioni nelle quali coltivano la terra e di essere in grado di contare a lungo termine su prospettive di entrate sufficienti per sostenere le loro famiglie. Occorrerà una particolare attenzione per agevolare l'autonomizzazione e la partecipazione delle donne nelle campagne per favorire l'agricoltura e lo sviluppo rurale. Riguardo al settore privato dobbiamo cercare una distribuzione più equa delle risorse che non sfavorisca i piccoli produttori di cibo locali. Nel fornire assistenza umanitaria occorre assicurare l'accesso al cibo e alle risorse delle popolazioni colpite sia all'interno dei confini che attraverso gli stessi. L'assistenza allo sviluppo dovrebbe includere componenti agricole affinché il diritto di produrre e di commercializzare il cibo venga assicurato senza discriminazioni. La solidarietà a livello internazionale è parimenti importante negli sforzi per garantire il diritto al cibo. L'accordo raggiunto a Bali durante la nona Conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio su «l'azionariato pubblico ai fini della sicurezza alimentare» è sulla stessa falsariga ed è un chiaro esempio di come il multilateralismo possa riacquistare il suo ruolo centrale nel confrontarsi con nuovi problemi affrontare nuove opportunità e soprattutto promuovere un commercio più libero e più equo non come fine a se stesso ma come uno tra i tanti approcci per porre fine alla povertà per tutti. L'attuazione di questo accordo provvisorio offrirebbe ai Paesi che ne hanno bisogno un accesso più sicuro stabile ed equo al cibo.
In questo Anno internazionale dell'agricoltura familiare Signor Presidente la mia Delegazione desidera esortare questo Consiglio a includere quale componente speciale dei suoi sforzi per promuovere e preservare il diritto umano al cibo «l'educazione alla solidarietà e a uno stile di vita che superi la "cultura dello scarto" e metta realmente al centro ogni persona e la sua dignità parte dalla famiglia» (ibid)

Le sanzioni e lo spiraglio. Barack Obama prospetta misure più stringenti contro la Russia ma lascia aperta la porta al dialogo. 26 marzo 2014. Bruxelles 26. Resta alta la tensione in Ucraina dopo l'annessione della Crimea alla Federazione russa. Da ieri la bandiera russa sventola su tutte le installazioni militari in Crimea. Forse anche per questo il presidente statunitense Barack Obama — oggi in missione a Bruxelless dove incontra gli esponenti del Governo belga il segretario generale della Nato e i vertice dell'Ue prima di giungere a Roma — ha lanciato ieri dall'Aja un monito a Putin: se non si ferma il resto del mondo è pronto a reagire. E l'Alleanza atlantica sta già preparando piani per difendere gli altri Paesi dell'est europeo. Obama ha sottolineato che dopo l'annessione della Crimea la Russia «è più isolata che ai tempi dell'Unione sovietica».


Dalla famiglia una garanzia di sviluppo Presentato l'incontro mondiale di Philadelphia. 25 marzo 2014. A servizio della famiglia con intelligenza coraggio e amore: prende spunto da questo triplice presupposto il cammino di preparazione all'ottavo Incontro mondiale delle famiglie in programma dal 22 al 27 settembre 2015 a Philadelphia. «Intelligenza nel leggere il presente della famiglia; coraggio per affrontare i complessi e numerosi problemi; amore per cercare di risolverli tenendo sempre presente il Vangelo della famiglia e della vita» ha spiegato stamattina martedì 25 marzo l'arcivescovo Vincenzo Paglia presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia riprendendo le indicazioni di Papa Francesco.

Il presule è intervenuto nella Sala Stampa della Santa Sede alla conferenza di presentazione dell'avvenimento insieme al pastore dell'arcidiocesi che lo ospiterà il cappuccino Charles Joseph Chaput. «Teologia della famiglia; spiritualità e santità coniugale; ecclesiologia e pastorale della famiglia; famiglia e rapporto con la cultura contemporanea; famiglia e migrazioni; famiglia ed ecumenismo: queste alcune delle piste e degli ambiti di un lavoro comune da portare avanti» ha spiegato monsignor Paglia al fine di «accompagnare nel loro cammino tutte le famiglie del mondo con una pastorale intelligente coraggiosa e piena di amore». Del resto l'incontro di Philadelphia si colloca in un «momento particolarmente importante per la vita della Chiesa» visto che Papa Francesco «ha voluto porre al centro dell'attenzione proprio il tema della famiglia». Lo testimoniano i due Sinodi dei vescovi quello straordinario in programma a ottobre e quello ordinario dell'anno seguente entrambi dedicati alla famiglia. E proprio alla vigilia di quest'ultimo appuntamento del 2015 si collocano le giornate di Philadelphia. Anzi ha fatto notare il presule «non si deve dimenticare che questo itinerario ecclesiale si inserisce anche in quel filone di analisi e di dibattito che l'Onu ha proposto in questo anno con l'indizione dell'anno della famiglia» per cui non va sottovalutato lo stretto legame tra l'appuntamento che si svolge in Pennsylvania «e i dibattiti che si stanno svolgendo nella sede centrale delle Nazioni unite a New York. È un invito a tutte le istituzioni religiose e civili a lavorare insieme per un futuro migliore della famiglia nel mondo». Infatti ha concluso il presidente del dicastero vaticano da essa dipende «il destino di una umanità pacifica e solidale. Il convergere nella famiglia aiuta tutti i popoli a sentirsi e a operare come un'unica famiglia».


Per la difesa e la protezione dei bambini Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede. 05 febbraio 2014. Al termine della sua sessantacinquesima sessione il Comitato per i diritti del fanciullo ha pubblicato le sue osservazioni conclusive sugli esaminati rapporti della Santa Sede e di cinque Stati parte alla Convenzione sui diritti del fanciullo (Congo Germania Portogallo Federazione Russa e Yemen). Secondo le particolari procedure previste per le parti della Convenzione la Santa Sede prende atto delle osservazioni conclusive sui propri rapporti le quali saranno sottoposte a minuziosi studi ed esami per pieno rispetto della Convenzione nei differenti ambiti presentati dal Comitato secondo il diritto e la pratica internazionale come pure tenendo conto del pubblico dibattito interattivo con il Comitato svoltosi il 16 gennaio 2014. Alla Santa Sede rincresce tuttavia di vedere in alcuni punti delle osservazioni conclusive un tentativo di interferire nell'insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell'esercizio della libertà religiosa. La Santa Sede reitera il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica.

Chiesa evangelica. attaccata in Kenya. 24 marzo 2014. Quattro persone sono state uccise e altre 17 sono state ferite ieri nell'attacco sferrato da uomini armati contro i fedeli raccolti in una chiesa evangelica di Likoni nei pressi di Mombasa nel sud-est del Kenya. Secondo quanto ha riferito il capo della polizia locale a un'emittente radiofonica gli autori dell'attacco sono riusciti a fuggire. Tra i primi interventi di condanna dell'accaduto c'è stato quello dei responsabili delle comunità musulmane della zona.

Cosa resta della lotta alla fame Tra scarsi investimenti e cambiamenti climatici. 26 marzo 2014. Londra 26. La lotta contro la fame rischia di tornare indietro di decenni a causa dei cambiamenti climatici e l'attuale sistema alimentare è del tutto inadeguato ad affrontare la sfida. Un bambino pakistano denutrito (Afp). L'allarme arriva da Oxfam (la confederazione di diciassette organizzazioni non governative attive in più di cento Paesi) proprio mentre in Giappone è in corso il vertice mondiale per discutere l'ultimo rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) dal quale emerge che il riscaldamento globale avrà un impatto sulla disponibilità di cibo ben più grave del previsto. In un recente studio Oxfam ha "dato i voti" ai Governi per la loro azione nella lotta alla fame e al cambiamento climatico. Il quadro che emerge è impressionante: tutti i Governi del mondo risultano impreparati ad affrontare l'impatto dei cambiamenti climatici.

Per ricostruire. dopo il tifone Haiyan. Visita nelle Filippine del segretario del dicastero per i migranti. 25 marzo 2014. «Aiutare i marittimi colpiti dal tifone dialogando con la Chiesa locale con progetti sostenibili che tengano conto dell'equilibrio ecologico e della difesa dei diritti dei pescatori e che siano economicamente trasparenti».
È quanto ha raccomandato il vescovo Joseph Kalathiparambil segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti spiegando lo scopo del viaggio che sta realizzando in questi giorni nelle Filippine accompagnato da padre Bruno Ciceri incaricato dell'apostolato del mare in seno allo stesso dicastero. Dopo il tifone Haiyan del 7 novembre scorso il Pontificio Consiglio ha istituto un fondo speciale per finanziare progetti a beneficio della gente di mare delle aree interessate. Il cardinale presidente Antonio Maria Vegliò ha riferito che «questa campagna ha suscitato una commossa reazione di solidarietà da parte dei centri Stella maris di tutto il mondo e di numerose persone e fino a questo momento ci ha permesso di raccogliere una cifra del tutto ragguardevole».

Barack Obama rassicura l'Ucraina.  Cancellato il vertice del g8 con la Russia a Soci [ questi Gmos GENDER sono andati a distruggere la flotta russa del mar nero attraverso un golpe e parlano di che cosa? voi siete tutti testimoni questo è il pretesto perché hanno deciso a tavolino di fare la terza guerra mondiale! ] 25 marzo 2014. Il presidente statunitense davanti alla «Ronda di notte» di Rembrandt (Ap) Le azioni della Russia in Ucraina e in Crimea «minano le fondamenta dell'architettura della sicurezza globale e mettono in pericolo la pace e la sicurezza in Europa. Ucraina e Stati Uniti ribadiscono che non riconosceranno l'illegale tentativo della Russia di annettere la Crimea che è una parte integrante dell'Ucraina. Gli Stati Uniti continueranno ad aiutare l'Ucraina ad affermare la sua sovranità e l'integrità territoriale». È quanto ribadiscono oggi in una nota congiunta i Governi di Washington e di Kiev a margine della seconda giornata di lavori del summit sulla sicurezza nucleare a L'Aja in Olanda. E sempre a L'Aja i leader del G7 ovvero Stati Uniti Germania Gran Bretagna Francia Giappone Italia e Canada oltre ai rappresentanti dell'Unione europea come protesta per le iniziative definite inaccettabili di Mosca hanno deciso ieri che non incontreranno più il presidente russo Vladimir Putin finché «non cambierà comportamento». La prossima riunione si terrà a Bruxelles a giugno a sette. Niente g8 di Soci quindi.

**UPDATE at 10:05pm EST on 8/5/13**
In the wake of the Benghazi attack, there have been overt attempts both within the Obama administration and without to paint Al-Qaeda and Ansar Al-Sharia as different groups. Expert Daveed Gartenstein-Ross likes to refer to Ansar Al-Sharia as a ‘jihadist’ organization while reserving the ‘terrorist’ moniker for the likes of Al-Qaeda. In order to debunk this hair-splitting, we introduce Addendum D, a compilation of multiple Arabic sources that back up the claim there is no difference between the two groups. In fact, Osama bin Laden himself called on Al-Qaeda to change its name to Ansar Al-Sharia. The logic was that if the U.S. declared war on Ansar Al-Sharia, it would be declaring war on Sharia law, which would make recruiting terrorists an easier pursuit.

**UPDATE at 11:45am EST on 8/10/13**
A curious chain of events involving the left-leaning CNN notwithstanding, a link in that chain was a news report by Erin Burnett (you can read about here and here). Two excerpts from that report reflect positively – to varying degrees – on two of our prior exhibits – EXHIBIT B-1 and EXHIBIT Y above.

Ex. B-1 is an article written by Bill Gertz which quotes an al-Qaeda leader as saying that Stevens was killed by lethal injection and didn’t die of smoke inhalation. Burnett echoes this sentiment by asserting that Stevens was alive when he was pulled from the building. Ex. Y is a video quoting Benghazi survivors who say it was clear to them that Stevens was the target of the attackers. In this video below, Burnett seems to second this claim.

CNN has a history of giving the Obama administration extremely favorable coverage. It is for this reason that we introduce these two excerpts from Burnett’s report in one video we call EXHIBIT AA:
**UPDATE at 6:00pm EST on 8/10/13**
CNN’s airing of reporter Arwa Damon’s report provides us with EXHIBIT AB. It is a short video excerpt from Damon’s interview with Ansar al-Sharia commander and ‘lead suspect’ Ahmed Abu Khattala. Note in this clip that Khattala – an admitted witness to the attack – says that “people panicked”. If Benghazi was about a kidnapping operation gone wrong, people would have likely “panicked”.
**UPDATE at 7:30am EST on 8/12/13**
The linkages between Benghazi, the “Jamal network”, Ansar Al-Sharia Egypt, and the Muslim Brotherhood in Egypt are becoming clearer. Those who dismiss the branches of Ansar Al-Sharia and the Muslim Brotherhood in Egypt but who concede to the involvement of Muhammad Jamal Abdo Al-Kashif (head of the “Jamal network”) in the Benghazi attacks, encounter several problems. An admission that Al-Kashif’s network was involved implicates Ansar Al-Sharia Egypt and an admission that Ansar Al-Sharia Egypt was involved implicates the Muslim Brotherhood in Egypt. We believe this to be an extremely powerful addition to our report. Addendum E is an article published at Pajamas Media. Addendum E-1 is the Executive Summary.
**UPDATE at 7:30am EST on 8/13/13**
Thanks to multiple Arabic sources, Saad Al-Shater, son of jailed Muslim Brotherhood leader in Egypt – Khairat Al-Shater – made multiple explosive charges during an interview with the Anatolia News Agency. We introduce our summary translation of these charges, coupled with an analysis of how U.S. officials are behaving in the context of them, as Addendum F. The claims made by the younger Al-Shater could not be confirmed but in light of who he is and who he has access to, we find these claims to be far more relevant than not and have chosen to introduce them into evidence. Again, the bizarre behavior of U.S. officials relative to Muslim Brotherhood officials is extremely difficult to explain. Al-Shater’s claims provide as good an explanation as anything we’ve seen.
Note: on August 19, 2013 at 8:15pm EST, we withdrew Addendum F from our case. We were simply unable to confirm that any interview took place between Saad al-Shater and the Anatolia News Agency.
Note: On August 28, 2013, Addendum F may may have gotten a small injection of veracity, thanks to a Fox News / AP article. The headline references Egypt’s arrest of more than 60 Muslim Brotherhood members but among them was Saad al-Shater. While we still cannot independently verify that al-Shater spoke to the Anatolia News Agency, this paragraph from the Fox News article / AP is a bit interesting:
 It was not immediately clear why police detained el-Shater’s 23-year-old son. Officials only said Wednesday that police had arrested Saad el-Shater and that he had threatened to release documents allegedly showing ties between his father and U.S. President Barack Obama. Officials did not elaborate.
Note: Based on our findings in Addendum T below, we have decided to reintroduce Addendum F into this case.
**UPDATE at 10:00am EST on 8/14/13**
When reputable Egyptian talk show personality Ahmed Moussa called out U.S. Ambassador to Egypt Anne Patterson over a report that the passport of Christopher Stevens’ “assassin” was found in the home of Khairat Al-Shater, it signified a potentially huge breakthrough. This report is introduced as Addendum G. Such a reality would prove an Egyptian Muslim Brotherhood connection to the Benghazi attacks. That this passport was allegedly found in Al-Shater’s home would serve to bolster the claims of Al-Shater’s son to some degree. Those claims are at the heart of Addendum F.
**UPDATE at 7:15am EST on 8/22/13**
We introduce Addendum H here, which makes a nice compliment to Addendum E. A raid on a Nasr City (Cairo neighborhood) resulted in the death of one terrorist and the apprehension of another, named Tarek Taha Abu Al-Azm, who has been identified as a co-leader – along with Muhammad Jamal Abdo Al-Kashif – in the Jamal network. There is very little information on Al-Azm in western media. Most of what’s available comes from the Long War Journal’s Thomas Joscelyn but contrary to indications that Jamal is the leader of the network, Arabic evidence suggests Al-Azm is. The Jamal network is identified by experts as the entity from Egypt that gives Benghazi an Egyptian connection. As such, both Al-Azm and Al-Kashif are suspects in the attacks. Al-Azm, however, was trained in the U.S. Air Force, which may be yet another reason why the Obama administration has been attempting to downplay and ignore an Egyptian connection to the Benghazi attacks on 9/11/12.
**UPDATE at 5:40pm EST on 8/24/13**
A terrorist who claimed responsibility for the Amenas gas facility in Algeria this past January – Mokhtar Belmoktar – has pledged his support to Egypt’s Muslim Brotherhood. The Algerian terror attack resulted in the deaths of three Americans and 37 other innocents. Belmoktar said the attack was an attempt to have Omar Abdel Rahman (the “Blind Sheikh”) released. Egyptian attackers killed at Amenas were reportedly involved in the Benghazi attack as well. There was also a CNN report this past March that seems to implicate Belmoktar in the Benghazi attack. All of this is chronicled in Addendum I. A murderer of Americans who wants the release of the Blind Sheikh has found common cause with Egypt’s Muslim Brotherhood.
**UPDATE at 8:30pm EST on 9/5/13**
In a shocking development, prominent Egyptians are filing complaints with that country’s Attorney General that allege Malik Obama – Barack Obama’s half-brother – is a leading financial player in the Muslim Brotherhood. Several Egyptian media outlets are reporting this as well. We introduce our latest report as Addendum J for two primary reasons. First, the current Egyptian government is being petitioned not to allow Malik Obama entry into the country because of his ties to the Muslim Brotherhood. This begs a question: How often has Malik visited Egypt in the past? Again, a primary pillar of our case is that Muslim Brotherhood in Egypt played a role in the Benghazi attack. Malik’s ties to this group are indeed relevant if they exist. Second, Egyptian media seems to be focusing on Saad al-Shater’s purported claims that his father, Muslim Brotherhood Deputy Khairat al-Shater has documents that are very damaging to Barack Obama; this may continue to reinvigorate the credibility of Addendum F.
**UPDATE at 11:00am EST on 9/12/13**
Tunisia’s Tn-Medias issued a news report recently in which three members of Tunisia’s security force are apparently fed up and have gone public with information that one of the Benghazi suspects was released by their government despite overwhelming evidence against the suspect. At a press conference, the members of the security force said the suspect fled to Turkey, then to his home country of Tunisia before being apprehended and then released by the Islamist government there. We introduce this report as EXHIBIT AC, not because there is necessarily an Egyptian connection but because this suspect is allegedly a member of Ansar Al-Sharia and he is from Tunisia. This provides further evidence that 1.) Ansar Al-Sharia is a terror group, contrary to the claims of Daveed Gartenstein-Ross, 2.) The group has common cause across national borders, and 3.) The release of Benghazi suspects by Muslim Brotherhood governments and groups is consistent with the release of Egyptian suspects under Mursi.
**UPDATE at 6:22am EST on 9/18/13**
On September 16, 2013, Admiral James “Ace” Lyons spoke as a member of the Citizens Commission on Benghazi (CCB) at an event sponsored by Accuracy in Media. During the event, Lyons re-emphasized his belief that Benghazi was possibly about a kidnapping operation gone wrong. Video of his comments constitutes EXHIBIT AD of this report. This EXHIBIT should be examined in the context of and in conjunction with EXHIBITS L, M, and O above:
**UPDATE at 10:01pm EST on 9/18/13**
When Gehad el-Haddad was arrested in Egypt for inciting violence in his capacity as a top Muslim Brotherhood adviser, the news took on added significance because el-Haddad has been an employee of the William J. Clinton Foundation. El-Haddad has also reportedly served as the Chief of Staff to Muslim Brotherhood Deputy, Khairat al-Shater. It is for this reason that we introduce Addendum K, which should be examined in the context of and in conjunction with EXHIBIT H, Addendum F, and Addendum G.
**UPDATE at 5:56pm EST on 9/21/13**
Courtesy of the September 19, 2013 House Oversight and Government Reform Committee, we have a short excerpt of an exchange between Rep. Cynthia Lummis (R-WY) and Ambassador Thomas Pickering, Chairman of the Benghazi Accountability Review Board. This will constitute EXHIBIT AE. This Exhibit should be viewed in conjunction with EXHIBIT Y (above). In his exchange with Lummis, Pickering implies that a plot to kidnap Stevens is not plausible, in part, because Pickering is not convinced that the attackers even knew Stevens was there. This contradicts the testimony – quoted by Bret Baier in EXHIBIT Y – of survivors and witnesses. Furthering damaging to Pickering’s claims is the incestuous nature of the attackers and the February 17th Martyrs Brigade (F17). To assert that the attackers did not know Stevens was at the compound does not appear plausible.
NOTE at 6:26am EST on 9/22/13: After further examination, Pickering was not saying that the attackers didn’t know Stevens was in the compound but that they didn’t know he was in the “closed area of the villa”. Despite this, Pickering’s claim still does not square with EXHIBIT Y. The attackers attempted to get into the building where Stevens was but could not, so they set it ablaze. To imply they did not know where in the building Stevens was is immaterial.
**UPDATE at 8:21pm EST on 10/07/13**
A rather interesting development less than one month after Benghazi ARB Chairman Thomas Pickering appeared to commit a gaffe during congressional testimony, outlined in EXHIBIT AE. Today, the U.S. State Department designated Muhammad Jamal Abdo Al-Kashif and his Jamal Network as “Terrorist” entities. This constitutes EXHIBIT AF. This is significant because it is a formal and official declaration by the U.S. Government that an Egyptian terrorist group – and its leaders – have operated in Libya. While State does not tie the Jamal Network to the Benghazi attacks, plenty of other evidence does. It is significant for State to acknowledge Jamal Network operations in Libya. Moreover, by identifying the network’s leaders as terrorists, State has implicated Tarek Abu Al-Azm as well. Al-Azm was trained by the U.S. Air Force and should be considered a suspect in the Benghazi attack of 9/11/12.
**UPDATE at 2:10pm EST on 10/12/13**
We’d like to introduce Addendum L to this report. An Islamic group in Libya has called for American journalists to be kidnapped in order to exchange them for the release of Abu Anas al Libi, who was recently captured by U.S. Special Forces. This indicates a culture whereby kidnapping is a means to an end and could lend support to the possibility that Ambassador Christopher Stevens was killed in a kidnapping operation gone bad. While this addendum should be examined in conjunction with the findings in the entire aforementioned report, we’d like it to be viewed in the context of the following Exhibits as well: EXHIBIT L, EXHIBIT M, EXHIBIT O, EXHIBIT Y, EXHIBIT Z, EXHIBIT AD, EXHIBIT AE, and EXHIBIT AF, which can all be found above.
**UPDATE at 11:28am EST on 10/17/13**
It has been learned that the former Chief of Staff to Mohammed Mursi is the first cousin of both Ayman al-Zawahiri and his brother Mohammed al-Zawahiri. The familial relationship between Ayman and Rifaa El-Tahtawi may grab more headlines because of the former’s status as al-Qaeda’s number one. However, Mohammed’s ties to groups and individuals that are suspected of having a connection to the Benghazi attacks on 9/11/12 do more to bolster the case against Egypt’s Muslim Brotherhood and Ansar Al-Sharia Egypt. It is for this reason that we introduce Addendum M into this case. We suggest reading this Addendum while examining EXHIBIT K, EXHIBIT O, EXHIBIT Y, Addendum B, EXHIBIT Z, Addendum D, Addendum H, Addendum K, EXHIBIT AE, and EXHIBIT AF
**UPDATE at 6:41am EST on 10/23/13**
Various Arabic sources are reporting that recorded phone conversations between former Egyptian president Mohammed Mursi and al-Qaeda’s number one Ayman al-Zawahiri that are reportedly going to be introduced into evidence during the Muslim Brotherhood trials in Egypt, that begin on November 4th. These reports constitute Addendum N. The conversations allegedly involved plans to release as many Jihadists into Egypt as possible in order to protect Mursi from a military coup. Ultimately, this plan failed but what it reportedly reveals is that both the Sinai and Egypt’s border with Libya were areas of interest for Mursi. Al-Akhbar reports that discussions between Mursi and al-Zawahiri involved opening Egypt’s borders with Libya. This would bolster EXHIBIT A, EXHIBIT B, and EXHIBIT AF as well as Addendums E and H above.
**UPDATE at 8:35am EST on 10/24/13**
A report by Fox News’ Catherine Herridge is being introduced as EXHIBIT AG. The contents in this report – to include an official acknowledgment by U.S. officials and the House Intelligence Committee chairman that two suspects in the Benghazi attacks are associated with “Al-Qaeda core” – are powerful unto themselves but are potentially made much more explosive when examined with Addendum N, which points to an operational connection between Ayman al-Zawahiri and Mohammed Mursi. If “Al-Qaeda core” was involved in Benghazi, Mursi would be even further implicated.
**UPDATE at 11:09am EST on 10/24/13**
In a potentially very significant development, the United Nations Security Council (UNSC) has gone a step further than the U.S. State Department with respect to a public pronouncement about Muhammad Jamal Abdo Al-Kashif and his Jamal Network. On October 7, 2013, State identified Al-Kashif and his network as terrorist entities (EXHIBIT AF). Less than two weeks later the UNSC identified the network’s connection to the Benghazi attacks as well as Al-Kashif’s connection to Ayman al-Zawahiri. This UNSC document constitutes EXHIBIT AH. Something else the UNSC did that State did not; it identified Al-Kashif as being part of the Nasr City terror cell that was broken up in October of 2012. Such an acknowledgment also comes with the reality that AL-Kashif is currently jailed in Egypt. This constitutes a jailed Begnhazi suspect that Americans never seem to hear much, if anything about. We encourage readers to consider this Exhibit along with EXHIBTS AG and Addendum N.
**UPDATE at 8:11am EST on 10/26/13**
Introduced here is an article by Al-Watan from October 28, 2012, as EXHIBIT AI. This article says that U.S. Intelligence reports were leaked and show that there were legitimate concerns of an increased al-Qaeda presence in Cairo and that the Nasr City cell, led in part by Muhammad Jamal Abdo Al-Kashif was part of this presence. These reports show links between the Nasr City cell and the attacks in Benghazi. In addition, the former deputy to al-Qaeda’s number one, Ayman al-Zawahiri, met with Mohammed al-Zawahiri (Ayman’s younger brother) at least once, according to Mohammed. This would make a connection between the Jamal Network (Al-Kashif), Ansar Al-Sharia Egypt (Mohammed al-Zawahiri), and Al-Qaeda (Ayman al-Zawahiri).
**UPDATE at 8:57am EST on 10/29/13**
On November 8, 2012, Fox News Channel’s Catherine Herridge reported on the Egyptian police’s breakup of a Jamal Network terror cell in Cairo and announced that this network was wanted for its connection to the Benghazi attacks from two months earlier. She also mentioned that several members of the cell had been arrested. One month after Herridge’s report, Fox News’ Jamie Colby reported on the capture of Muhammad Jamal Abdo Al-Kashif by Egyptian authorities while also saying that he is a suspect in the Benghazi attacks. These two videos are introduced as EXHIBITS AJ1 and AJ2 respectively. Here is Exhibit AJ2:
**UPDATE at 10:17pm EST on 10/30/13**
Elizabeth (Beth) Jones, a figure introduced into this case by Rep. Trey Gowdy (R-SC) on May 8th (See EXHIBIT E above), testified in front of the House Foreign Affairs Committee on October 29th. Audio of her testimony constitutes EXHIBIT AK. While being questioned by Rep. Ted Poe (R-TX) about what groups are responsible for the attacks on Coptic Christians, Jones avoided identifying the Muslim Brotherhood, which has clearly been the group responsible. Exhibit E, which showed that Jones revealed the identity of the Benghazi attackers on as being members of al-Qaeda, caused great difficulty for the State Department. Was her conspicuous refusal to identify the Muslim Brotherhood as being the group behind the attacks on Coptic Christian churches an attempt to avoid a similar black eye for State? If so, what is State hiding and why? Jones’ refusal to state the obvious could point back to coaching from the State Department that instructed her not to acknowledge this quantifiable truth.
**UPDATE at 5:59pm EST on 11/16/13**
A report by Fox News’ Catherine Herridge constitutes EXHIBIT AL, which should serve to discredit the Accountability Review Board’s Unclassified report. Herridge’s report relies on the testimony of a deceased Congressman named Rep. Bill Young (R-FL), whose widow granted Fox News permission to air his words. Young relayed the firsthand account of a witness to the Benghazi attacks. A key part to that account for the purposes of our case is that the attackers knew exactly where Ambassador Christopher Stevens’ safe room was located. When viewed in the context of Exhibit Y (above), which involves a witness account that says Stevens was the “ultimate target of the attack”, we have a very logical conclusion; the safe room was targeted specifically. However, in sworn testimony from ARB Chairman Thomas Pickering (Exhibit AE), the chairman dismissed a botched kidnapping operation by saying he didn’t believe the attackers knew Stevens was in “the closed area of the villa” (safe room).
**UPDATE at 3:29pm EST on 11/23/13**
It was reported that Egypt expelled Turkish Ambassador to Cairo, Huseyin Avni Botsali for his “interference” in Egyptian affairs. In July, al-Watan reported that Hisham Barakat, Egypt’s Attorney General was investigating complaints that Botsali was using his diplomatic immunity to smuggle Muslim Brotherhood assets out of Egypt. His expulsion from that country may lend credence to those claims. We are introducing Addendum O into this report, which examines this alleged collaboration between Turkey and Egypt’s Muslim Brotherhood and the meeting of the Turkish Consul General in Benghazi with Ambassador Stevens 1-2 hours prior to the attack.
**UPDATE at 8:41pm EST on 12/13/13**
It is being reported by multiple Arabic sources, to include Al-Wafd and Almesryoon that Naglaa Mahmoud, the wife of former Egyptian President Mohammed Mursi went public with claims that she has “a treasure trove of secrets about the White House”. We are introducing the totality of these claims as EXHIBIT AM. Nasr Qaffas of Mehwar TV, reported that Mahmoud allegedly said her husband and her had a long friendship with Bill and Hillary Clinton that began back in the 1980’s. The evidence in this exhibit is circumstantial but potentially very important. Consider EXHIBIT M above. It consists of video from an interview between Mursi – Mahmoud’s husband – and Wolf Blizter. In that interview, Mursi makes clear that he wants the Blind Sheikh released. Now consider that the Special Mission Compound in Benghazi was a State Department outpost. At the time, that outpost fell under the purview of Secretary of State Hillary Clinton. Even the ARB conceded that security was nowhere near adequate. Couple this with the fact that Mahmoud allegedly acknowledged but would not discuss Huma Abedin in the former’s interview with Anatolia Press. Abedin’s mother – Saleha Abedin – and Mahmoud are two of 63 leaders in the Muslim Sisterhood. Huma has been in the employ of Hillary Clinton – to varying degrees – since 1996.
**UPDATE at 11:23am EST on 12/17/13**
Due to the serious implications of the claims attributed to the wife of Mohammed Mursi (EXHIBIT AM), we made the decision to view these claims in the context of relevant evidence that has already been discovered. It is for this reason that we introduce Addendum P to this report. In this addendum, we examine claims made by Mahmoud about the details of her relationship with Hillary, when the families met, common associates (Huma Abedin), as well as culpability in the Benghazi attacks.
**UPDATE at 8:59pm EST on 01/05/14**
On December 28, 2013, the New York Times’ Cairo Bureau Chief David Kirkpatrick published a 7000 word article on the Benghazi attacks. In it, he reported that there was no evidence of either Al-Qaeda or other international terrorist groups. Kirkpatrick claimed that the attackers were all Libyan locals who were angered by the anti-Islam YouTube video. Kirkpatrick’s piece is introduced as EXHIBIT AN, primarily for what it lacks. If there was an Egyptian connection to Benghazi, it’s egregious for the Cairo Bureau Chief of the New York Times to report he could find no evidence of that. EXHIBIT AO is an article published in the Washington Free Beacon by Bill Gertz. In it, Gertz cites U.S. officials who acknowledge that an Egyptian by the name of Muhammad Jamal Abdo Al-Kashif, the founder of the Jamal Network, is wanted for his role in the Benghazi attacks. As the Cairo Bureau Chief for the New York Times, Kirkpatrick should have to explain such an omission. These two Exhibits (AN and AO) should be examined in conjunction with and in the context of Addendum H, Exhibit AF, Exhibit AH, and Exhibit AI,
**UPDATE at 6:30pm EST on 01/06/14**
Being introduced into this case is Addendum Q, which features a key detail of a phone conversation placed by Nakoula Basseley Nakoula – the man credited with producing the Innocence of Muslims video – to Walid Shoebat. During that conversation, Nakoula sought the assistance of Shoebat in clearing the name of Shoebat’s cousin, Eiad Salameh, who is also a longstanding partner in crime with Nakoula. The key here is that Salameh is a fundamentalist Muslim who hates Coptic Christians and Nakoula presents himself as a Coptic Christian. In seeking answers as to why, we direct you to Exhibit Q-1 in this “Ironclad” report above as well as the hyperlinks provided in Addendum Q.
**UPDATE at 9:55am EST on 1/11/14**
On January 10th, the State Department identified Ahmed Abu Khattala and Sufian bin Qumu as terrorists, along with their Ansar Al-Sharia branches in Benghazi and Darnah respectively. We introduce this press release as EXHIBIT AP, which we cover extensively in Addendum R. The backgrounds of both Khattala and Qumu may help to explain why State has been so reluctant to identify them as suspects in the Benghazi attack for so long. Khattala was once a leader in the Al-Jarrah Brigade, which spawned the February 17 Martyrs Brigade, a group contracted by the State Department to provide security at the Benghazi compound. In light of that connection, it’s even more embarrassing for State to have to concede Khattala was also at the scene of the crime. Qumu was once a detainee at Gitmo who was released. These two instances might help to explain why State has been so reticent to tie the Jamal Network to the Benghazi attacks. Tarek Taha Abu Al-Azm, believed to be the behind-the-scenes leader in the Jamal Network, was trained in the U.S. by the United States Air Force.
**UPDATE at 8:45am EST on 1/16/14**
A U.S. Senate Select Committee on Intelligence (SSCI) issued an 85-page report on Benghazi that we are introducing as EXHIBIT AQ. On page 40 of the report, the bipartisan committee concedes that the Jamal Network “participated in the attack”. The significance of this admission cannot be overstated. Though the Committee doesn’t connect the dots, simply identifying the Jamal Network as having been involved in the Benghazi attack opens up several doors. The implications of this one SSCI admission are explored further in Addendum S.
**UPDATE at 1:26pm EST on 5/15/14**
After publishing Addendum T into this case, we are re-introducing Addendum F into this case. Thanks to an official national security investigation in Egypt, it’s been learned that during the Muslim Brotherhood regime under Mohammed Mursi, an operation led by leader Khairat al-Shater involved trafficking weapons from Libya and Sudan into Syria. This explosive claim is further corroborated by Muslim Brotherhood cleric Safwat Hijazi who has publicly admitted to shipping weapons to Syrian rebels.
**UPDATE at 1:32pm EST on 5/15/14**
We are introducing Addendum U into this case. It should be examined in conjunction with EXHIBIT G above, which is an AP Article published on the night of the Benghazi attack. It was written by Egyptian Sarah El Deeb, who has identified herself as a ‘non-observant’ Muslim but who has demonstrated a pro-Muslim Brotherhood bias in her articles. In this particular case, El Deeb appeared to take liberty with a formal statement issued by Hillary Clinton on the night of the Benghazi attacks. At 10pm ET, Obama contacted Clinton; by 10:30pm ET, Clinton issued a vague statement about “inflammatory material” on the internet being blamed for the attack by “some”. By 10:58pm ET, El Deeb reported that the State Department itself blamed the video.
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    Islamic extremists slit throat of Christian for refusing to renounce faith
http://shoebat.com/2013/06/29/islamic-extremists-slit-throat-of-christian-for-refusing-to-renounce-faith/
By Ted on June 29, 2013 in General
From Ken Hanley: Radical Islamists in Nigeria have upped their fight for power in recent weeks, expanding their attacks on government forces to local citizens — one of the latest involving a Christian pastor who refused to renounce his faith.
In response, Boko Haram militants slit his throat, The Blaze reported.
The Nigerian newspaper The Daily Post reported that terrorists launched a coordinated attack a couple weeks ago on churches in several communities, ultimately killing the Rev. Jacob Kwiza of the Church of Christ while he picked mangoes in Hwa’a.
A witness told The Post: “As the gunmen threw some explosives at our church, they forced the retired Reverend to renounced Christianity and be converted to Islam, but Rev. Jacob defied the gunmen’s threats of being killed, as he insisted on being a Christian among his people on the hills of Hwa’a. They slit his throat with sharp objects and we started to flee for safety, as we don’t know the next target of these gunmen.”
The militant group is also to blame for a couple of daytime mass shootings at schools. The first incident occurred two weeks ago at Ansarudeen Private School after militants found students in the middle of taking unauthorized exams, The Associated Press reported. The terrorists killed nine and sent six to the hospital with gunshot injuries, a local doctor said. A couple hours later, militants attacked the Government Secondary School, killing seven seniors and two teachers. Two of the militants also were killed after a shootout with law enforcement that lasted five hours.
The government has declared a state of emergency in roughly 60,000 square miles of the nation. And civilians are being warned to be on the watch.
“Today, there are no boundaries and they are targeting the civilian population in a way that shows Nigeria is at a dangerous turning point,” said Comfort Ero, a program director for the International Crisis Group, in The Blaze.
The World Policy Institute reported that Boko Haram is funded in part by bank robberies and by contributions from al Qaeda groups in Africa.
https://www.youtube.com/user/stopornYoutubization/discussion
TO MY JEWISH HIGH PRIEST, IN THE JEWISH TEMPLE IN HEAVEN! ]  io non posso più proteggere Assad, perché, lui è un solo complotto farisei anglo-americani, LEGA ARABA, contro Israele! ] PERò ASSAD PUò CONDANNARE LA SHARIAH, ED IO CONTINUERò A PROTEGGERLO, COME, IO HO FATTO IN QUESTI TRE ANNI! CHE è PER ME, CHE LUI è ANCORA VIVO! ] [ Il Ministero degli Esteri russo è scontento dai raid degli USA sulla Siria. Il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato che gli Stati Uniti e i suoi alleati devono coordinare con le autorità siriane gli attacchi contro i militanti de "Lo Stato islamico" nel Paese. Il dicastero della politica estera ha anche sottolineato che "gli iniziatori degli scenari unilaterali di forza hanno tutta la responsabilità giuridica internazionale per le sue conseguenze". In precedenza, il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato in una conversazione telefonica con il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon che gli attacchi contro le basi del gruppo che si definisce come "Lo Stato islamico" in Siria, non devono essere intrapresi senza il consenso del governo di Bashar al-Assad.
 http://italian.ruvr.ru/news/2014_09_23/Il-Ministero-degli-Esteri-russo-e-scontento-dai-raid-degli-USA-sulla-Siria-4831/
TUTTI I GENOCIDI MERKEL MOGHERINI, I TRADITORI MASSONI: BILDENBERG, CHE CI HANNO RUBATO LA SOVRANITà MONETARIA. GENOCIDI, CHE, LA RUSSIA HA IMPEDITO DI COMPLETARE! ]  A 60 km da Donetsk è stata scoperta una fossa comune. Gli autonomisti hanno trovato una fossa con civili e combattenti della Repubblica popolare di Donetsk nella miniera numero 22 del villaggio Communar che si trova a 60 km da Donetsk, ha comunicato il portavoce del Comitato investigativo della Repubblica. "Al momento sono stati scoperti visivamente quattro corpi, tra cui una donna, ma vi sono tutte le ragioni per credere che questa è una sepoltura di massa", ha detto l'inquirente. Secondo i dati del Comitato investigativo, due giorni fa nel villaggio sono state schierate le posizioni della guardia nazionale dell'Ucraina. Gli autonomisti non escludono che tutte le vittime siano state giustiziate.
 http://italian.ruvr.ru/news/2014_09_23/A-60-km-da-Donetsk-e-stata-scoperta-una-fossa-comune-8493/
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https://www.facebook.com/ramondetta.vincenzo?fref=ufi ] NULLA SI PUò PRETENDERE DAL MIO FRATELLO VINCENZO RAMONDETTA, CHE, LUI ABBIA IL DIRITTO ED IL DOVERE DI ANNUNCIARE IL VANGELO: del nostro Signore Gesù Cristo, nato Messiah di Betlemme, nella casa di DAVIDE king!

solo questioni di sicurezza

chi proteggerà la SIRIA, se la Turchia la invade se, non la volete proteggere poi, dovete interrompere di prendere le sue armi chimiche.. perché lo sanno tutti che sono stati gli jihadisti ad usare le armi chimiche della ARABIA SAUDITA! Anche la Germania si unisce alle operazioni di distruzione delle armi chimiche. Notizie Geopolitiche – Anche la Germania prenderà parte alle operazioni di distruzione delle armi chimiche siriane, peraltro in forte ritardo sulla tabella di marcia in vista della scadenza del 30 giugno: a comunicare la decisione del governo tedesco, che comunque dovrà passare per il Bundestag (Parlamento) è stato oggi il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier,

ah aha aha ah aha [ fratelli gay cosa state facendo voi vi state facendo strumentalizzare, da sporcaccioni che non amano sacrificio, pudore e virtù!! ] dietro le vostre spalle, pedofili, stupratori di animali innocenti, come Zapatero, che impongono ai bambini nelle scuole che è possibile avere il sesso con gli animali! vogliono distruggere la famiglia naturale e fare crollare moralmente la nostra società! .. quindi, i vigliacchi, dietro la vostra bandiera, si nascondono, tutti questi anticristi infamanti luridi pervertiti, pornocratici, soltanto, che hanno smarrito la strada della dignità! .. ma, io non vorrei mai associare voi a tutti loro, voi non lo permettete mai!
2014-04-03 [ nessuno osa accusare i musulmani, che, sono le prime vittime della LEGA ARABA, che, proprio loro sono gli islamici nazisti della sharia, per l'imperialismo saudita nel mondo califfato, sotto egida ONU UE USA CIA 666 Bush 322.. senza diritti umani e senza libertà di religione senza reciprocità, voi state a rovinare Israele e il genere umano! ] Terra Santa. I vescovi cattolici: parlare della persecuzione dei cristiani fa il gioco degli estremisti. Il modo e i toni strumentali e fuorvianti con cui certi circoli occidentali lanciano continui allarmi sulle persecuzioni subite dai cristiani in Medio Oriente risponde a calcoli politici e finisce per "fare il gioco degli estremisti". Lo spiegano i vescovi dell'Assemblea degli Ordinari cattolici di Terra Santa, in un documento diffuso ieri dalla Commissione Justitia et Pax che fa capo a quell'organismo episcopale regionale. "Persecuzione! In molte parti dell'Occidente" notano i vescovi "questa parola è sulle labbra della gente. Si dice che oggi i cristiani in Medio Oriente vengono perseguitati. Ma cosa sta davvero accadendo Come dovremmo parlare con verità e senza censure, come cristiani e come Chiesa, delle sofferenze e della violenza che continuano nella regione". Non c'è dubbio – riconoscono i vescovi cattolici di Terra Santa nel testo inviato all'agenzia Fides - che le recenti sollevazioni in Medio Oriente, definite all'inizio come "Primavera araba", hanno aperto la strada a forze e gruppi estremisti che "nel nome di una interpretazione politica dell'Islam stanno creando scompiglio in tanti Paesi, particolarmente in Iraq, Egitto e Siria. Non c'è dubbio che molti di questi estremisti considerano i cristiani come infedeli, come nemici e agenti di forze straniere ostili, o semplicemente come un bersaglio facile per le estorsioni". Tuttavia, secondo gli estensori del documento, occorre tenere conto che i cristiani non sono le sole vittime di questa violenza e brutalità. A pagare sono anche tanti musulmani non fanatizzati, definiti "eretici". Senza contare che nelle aree dove prevalgono gli estremisti sunniti, vengono attaccati e uccisi i musulmani sciiti, e viceversa. I cristiani "a volte vengono perseguitati in quanto cristiani", ma altre volte cadono vittime della stessa violenza che colpisce tutti gli altri.

Con la caduta dei regimi autoritari che garantivano "legge e ordine" – così prosegue l'analisi della situazione mediorientale esposta nel documento - è collassato anche l'ordine che essi avevano imposto con metodi di coercizione poliziesca e militare. I cristiani hanno vissuto in relativa sicurezza sotto i regimi dittatoriali. E ora alcuni di loro temono che, con la loro caduta, prevarrà il caos e la violenza scatenati dai gruppi estremisti. D'altronde – si legge in un passaggio autocritico del documento - la lealtà alla loro fede e la sollecitudine per il bene del proprio Paese, avrebbero dovuto spingere i cristiani a "parlare prima", a chiedere prima le riforme necessarie.
Davanti agli scenari presenti, in alcuni Paesi del Medio Oriente sembra in effetti che l'unica consolazione rimasta si trovi nel ripetere le parole di Cristo: "Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli". Tuttavia – sottolinea il documento in un passaggio chiave "la ripetizione della parola 'persecuzione' in diversi circoli - di solito riferita solo a ciò che soffrono i cristiani da parte di criminali definiti sempre come 'musulmani' - fa il gioco degli estremisti, in Patria e fuori, il cui scopo è seminare odio e pregiudizio e contrapporre tra loro i popoli e le religioni".
I vescovi cattolici di Terra santa suggeriscono di non fornire pretesti a chi persegue questi disegni. A loro giudizio, cristiani e musulmani devono resistere insieme contro le nuove forze dell'estremismo e della distruzione, che cercano di creare una società "svuotata di cristiani e dove solo pochi musulmani si sentirebbero a casa". Anche perchè "tutti noi, cristiani e musulmani" avverte il documento approvato dall'organismo episcopale inter-rituale, "dobbiamo essere consapevoli che il mondo esterno non farà nessuna mossa per proteggerci. Le potenze internazionali e regionali perseguono solo i propri interessi". (R.P.) http://it.radiovaticana.va/news/2014/04/03/terra_santa._i_vescovi_cattolici:_parlare_della_persecuzione_dei/it1-787371
Ucraina degli anticristo, golpisti assassini e calunniatori massoni, e satanisti di Rothschild, Spa, BCE, FMI, FED, UE USA 666 ! . Shevchuk: il 6 aprile Atto di consacrazione alla Santa Madre di Dio. "Proseguendo il servizio del mio grande predecessore sull'altare di Kiev-Halych, desidero ancora una volta, in comunione con tutta la Chiesa in Ucraina e nel mondo intero, rinnovare l'atto di consacrazione del popolo ucraino alla potente intercessione della Santa Madre di Dio". Così Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, leader della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc), spiegando che il ...» preghiamo per la liberazione, dalla grande usura, congiura massonica, che, è anarchia, burocrazia, immoralità, che soffoca i popoli del mondo.. questi sono i demoni farisei Spa, i parassiti usurai troika predatori, e dissanguatori dei popoli Bildenber! ] Venezuela: sulla crisi politica i vescovi invocano un dialogo sincero. La Conferenza episcopale venezuelana (Cev) ha diffuso un comunicato in cui presenta "come causa fondamentale della crisi che vive il Venezuela, la pretesa del partito di governo e del Presidente Nicolas Maduro di cercare di imporre il cosiddetto 'Plan de la Patria', dietro al quale si nasconde la promozione di un governo totalitario". Questo intento ha alimentato le proteste dell'opposizione e ...» Argentina: la Chiesa condanna l'aumento dell'insicurezza e della violenza
"Non c'è nessuna giustificazione" per gli atti di linciaggio verificatisi nei giorni scorsi in diversi luoghi del Paese: lo ha ribadito il vescovo di Gualeguaychú e presidente della Commissione per la pastorale sociale, mons. Jorge Eduardo Lozano, parlando ad una radio locale. "Viviamo in uno stato di diritto e abbiamo le istituzioni per risolvere i conflitti e le situazioni che ci riguardano; ...» Darfur: oltre 100 villaggi saccheggiati ed incendiati [ dove è la bestia saudita dove lui è sharia imperialismo dove Onu è dove i satanisti anticristo UE USA ] Combattenti delle Forze di rapido intervento (Rsf), costituite da paramilitari supportati da esponenti della tribù Abbala, avrebbero dato alle fiamme più di cento villaggi nell'area del Sud Darfur, tra lunedì e martedì. Lo riferisce l'emittente ...» Congo: nuove incursioni di ribelli rwandesi denunciate dalla società civile del Nord Kivu. I ribelli della Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (Fdlr) hanno intensificato i loro attacchi contro i civili nell'area di Busanza (nell'est della Repubblica Democratica del Congo). Secondo una nota inviata all'agenzia Fides la cittadina ...»

lega araba sharia apostasia di merda blasfemia, assassini, ladri pedofili, stupratori assassini assassini! nazisti ladri, bugiardi, ipocriti! criminali! Pakistan: cattolici e musulmani in digiuno e preghiera per Sawan Masih e Asia Bibi. Minacce all'avvocato che li difende. La Chiesa cattolica pakistana ha celebrato un mercoledì di digiuno e preghiera per Sawan Masih ed Asia Bibi, due vittime delle controverse leggi sulla blasfemia nel Paese asiatico, condannate a morte e in attesa del processo di appello. All'iniziativa "a favore dei cristiani perseguitati" si sono unite anche diverse organizzazioni della società civile e semplici fedeli; ieri attivisti e leader..»
Tweet del Papa: non possiamo abituarci alla miseria che ci circonda, un cristiano deve reagire [ ok! troia troika!! Rothschild satanista ladro, usurio Banca mondiale Spa, puttana, IMF vipera, FED vampiro, BCE cannibale! criminale assassino, restituisci la nostra COSTITUZIONALE sovranità monetaria: IMMEDIATAMENTE!!! bildenebeg traditori, ] Il Papa ha lanciato questo nuovo tweet sull'account @Pontifex in nove lingue: "Non possiamo abituarci alle situazioni di degrado e di miseria che ci circondano.
In Libano oltre un milione di rifugiati siriani: un quarto della popolazione.. [ demonio king puttana, saudi puttana, arabia puttana, sharia troia, jihad lupa! ] Il numero dei profughi della guerra siriana registrati in Libano sorpassa la cifra di un milione, pari a un quarto della popolazione libanese ...» Vertice Ue-Africa-LEGA ARABA: rilanciata la cooperazione tra i due continenti, per diffondere la sharia e sterminare tutti i cristiani! ] [ Si è concluso oggi il vertice Unione Europea-Africa aperto ieri a Bruxelles. Si è trattato del IV vertice e ha riunito 80 tra capi di Stato e di ...»

2014-04-03 Crisi Ucraina massoni bildenberg Farisei, non hanno più pudore, neanche davanti alla logica più oggettiva ed evidente: se, Viktor Ianukovich sparava sulla folla di criminali, terroristi, come io gli avevo ordinato ora, la CIA 322 Bush, con i suoi cecchini non avrebbe realizzato il golpe! [ scambi di accuse tra Kiev e Mosca ]. La Russia richiama il rappresentante alla Nato. Non diminuisce la tensione tra Mosca e Kiev sulla crisi ucraina. I servizi segreti di Kiev hanno accusato agenti russi di aver collaborato con l'ex presidente Viktor Ianukovich in un'operazione per uccidere i dimostranti di piazza Maidan, nel febbraio scorso. Mosca ha subito smentito, annunciando inoltre di aver arrestato alcuni sovversivi ucraini. Il servizio di Giada Aquilino: Sono 25 i cittadini ucraini, tra cui alcuni esponenti di estrema destra, arrestati in Russia con l'accusa di attività sovversiva. Secondo i servizi segreti di Mosca, gli arrestati preparavano attentati in 7 regioni del Paese. La notizia degli arresti giunge quando il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha respinto tutte le accuse sui servizi di sicurezza nazionali, ritenuti implicati da Kiev nell'operazione con cui in febbraio l'ex presidente Ianukovich avrebbe ordinato omicidi di massa dei dimostranti che protestavano a piazza Maidan: a lanciarle, oggi in conferenza stampa, il nuovo capo dei servizi di sicurezza ucraini, Valentyn Nalyvaichenko, secondo cui Ianukovich avrebbe dato direttamente "l'ordine criminale di sparare sui manifestanti", causando tra il 18 e il 20 febbraio scorsi almeno un centinaio di vittime. Sul piano diplomatico, il Cremlino ha richiamato per consultazioni il rappresentante militare russo presso la Nato - dopo che l'Alleanza atlantica aveva deciso di sospendere la collaborazione civile e militare con Mosca - e avrebbe chiesto spiegazioni sul rinforzo delle difese nell'est europeo. Immediata la smentita del segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che ha accusato la Russia di "propaganda". http://it.radiovaticana.va/news/2014/04/03/crisi_ucraina:_scambi_di_accuse_tra_kiev_e_mosca._la_russia_richiama/it1-787591

Papa Francesco: la preghiera è una lotta con Dio che ci cambia il cuore.. [ e se la preghiera è una lotta, poi, non deve essere sempre gratificante! e poi, non ti devi arrendere nella preghiera! ] La preghiera è una lotta con Dio e va fatta con libertà e insistenza, come un dialogo sincero con un amico. Questa preghiera cambia il nostro cuore, perché ci fa conoscere meglio come Dio è realmente: è questo, in sintesi, quanto ha detto Papa Francesco nella Messa presieduta stamani a Santa Marta commentando le letture del giorno. Ce ne parla Sergio Centofanti: Il dialogo di Mosè con Dio sul..»

Il Papa ai vescovi del Rwanda: 20 anni dopo il genocidio, la Chiesa sempre impegnata a curare le ferite. [ ma, king saudi arabia lui ferisce! ] La Chiesa è impegnata nella ricostruzione di una società rwandese riconciliata. E' quanto assicurato da Papa Francesco nell'udienza ai vescovi del Rwanda, proprio nei giorni in cui si commemora il 20.mo del genocidio di oltre un milione di persone nel Paese africano. Il Papa - nel discorso consegnato ai presuli - riconosce che, ancora, oggi ci sono ferite profonde da guarire e sottolinea perciò che è importante superare i pregiudizi e le divisioni etniche e proseguire sul cammino della riconciliazione. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Ci sono ferite e sofferenze difficili da rimarginare. Papa Francesco esordisce così nel suo discorso ai vescovi del Rwanda, a pochi giorni dal 20.mo del genocidio che scosse il Paese africano nel 1994. Il Papa si associa al dolore dei rwandesi e assicura..»

Miracolo Madonna di Fatima ] king Saudi Arabia nazi sharia -- questo è sicuro: "tu non vuoi la libertà di religione, perché, tu sai che la tua religione è la merda! " [ il miracolo del sole è un evento miracoloso collegato alle apparizioni mariane della Madonna di Fatima nel 1917 e preannunciato dalla Santissima Vergine ai tre piccoli veggenti nel corso delle apparizioni precedenti (iniziate il 13 maggio dello stesso anno) e precisamente il 13 luglio. Questa promessa di un evento soprannaturale divenne di dominio pubblico e i giornali anticlericali ricamarono molto sul "promesso prodigio" che, a loro avviso, non ci sarebbe stato. A mezzogiorno del 13 ottobre 1917 settantamila persone, presenti anche giornalisti pronti a raccontare la prevista delusione della folla e a smascherare l'inganno, chiamate a raccolta alla Cova da Iria, presso la cittadina portoghese di Fátima, da tre pastorelli, videro il disco solare (che poté essere fissato direttamente, senza difficoltà) cambiare colore, dimensione e posizione per circa dieci minuti. The Miracle of the Sun was an event which occurred on 13 October 1917, attended by 30,000 to 100,000 people gathered near Fátima, Portugal. Several newspaper reporters were in attendance and they took testimony from many people who claimed to have witnessed extraordinary solar activity. This recorded testimony was later added to by an Italian Catholic priest and researcher in the 1940s.
According to these reports, the event lasted approximately ten minutes. The three children (Lucia dos Santos, Jacinta Marto and Francisco Marto) who originally claimed to have seen Our Lady of Fátima also reported seeing a panorama of visions, including those ofJesus, Our Lady of Sorrows, Our Lady of Mt. Carmel, and ofSaint Joseph blessing the people. The event was officially accepted as a miracle by the Catholic Church on 13 October 1930. On 13 October 1951, thepapal legate,Cardinal Tedeschini, told the million people gathered at Fátima that on 30 October, 31 October, 1 November, and 8 November 1950,Pope Pius XIIhimself witnessed the miracle of the sun from the Vatican gardens. As três crianças haviam relatado em datas anteriores que Nossa Senhora tinha prometido um milagre para o meio-dia de 13 de Outubro, na Cova da Iria,"de modo que todos pudessem acreditar.
De acordo com muitas indicações das testemunhas, por exemplo o avô materno de Fátima Magalhães, entre muitos outros, após uma chuva torrencial, as nuvens desmancharam-se no firmamento e o Sol apareceu como um disco opaco, girando no céu. Algumas afirmaram que não se tratava do Sol, mas de um disco em proporções solares, semelhante à lua. Disse-se ser significativamente menos brilhante do que o normal, acompanhado de luzes multicoloridas, que se reflectiram na paisagem, nas pessoas e nas nuvens circunvizinhas. Foi relatado que o pretenso Sol se teria movido com um padrão de ziguezague, assustando muitos daqueles que o presenciaram, que pensaram ser o fim do mundo. Muitas testemunhas relataram que a terra e as roupas previamente molhadas ficaram completamente secas num curto intervalo de tempo,e, também relatam curas de paralíticos e cegos, assim como demais doenças não explícitas. De acordo com relatórios das testemunhas, o Milagre do Sol durou aproximadamente dez minutos. As três crianças, relataram terem observado Jesus, a Virgem Maria, e São José abençoando as pessoas dentro ou junto do Sol. Outras testemunhas afirmaram ter visto vultos de configuração humana dentro do Sol quando este desceu.

Streghe o sante vive [ Gli autori del «Malleus maleficarum» in un saggio della storica israeliana Tamar Herzig. 03 aprile 2014. Uno studio impeccabile dal punto di vista del rigore filologico e scientifico quello che la storica Tamar Herzig, docente all'università di Tel Aviv, ci offre in questo volume — Christ transformed into a Virgin Woman. Lucia Brocadelli, Heinrich Institoris and the Defence of the Faith (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2013, pagine 330, euro 48) — pubblicato in inglese nella collana diretta da Gabriella Zarri «Scritture nel chiostro». Albrecht Dürer, «La strega» (incisione su rame, particolare, 1500 circa) Lo studio, scrive Anna Foa, tocca uno dei nodi più interessanti della storia religiosa dell'ultimo Quattrocento e dell'inizio del Cinquecento, l'impegno inquisitoriale nella caccia alle streghe e nella difesa della fede, collegandolo da vicino con il problema del culto delle "sante vive", per usare l'espressione dell'importante studio del 1990 di Gabriella Zarri, quelle terziarie cioè dell'ordine di san Domenico, lontane seguaci di Caterina da Siena, che nell'Italia della seconda metà del secolo XV offrirono un modello di estremo ascetismo, non senza suscitare all'interno della Chiesa, accanto a ferventi devozioni, anche dure opposizioni: Lucia Brocadelli da Narni, Stefana Quinzani e Colomba da Rieti, tutte e tre beatificate tra Sei e Settecento e assai controverse in vita, in particolare la Brocadelli che manifestò le stimmate, suscitando la forte opposizione dei francescani. A mettere insieme l'attività inquisitoriale in difesa della fede e in particolare nella repressione della stregoneria con l'attenzione per questi modelli di santità, troviamo una figura assai nota, quella dell'inquisitore alsaziano Heinrich Institoris, conosciuto soprattutto come uno dei due domenicani autori del Malleus maleficarum, il più noto manuale inquisitoriale contro le streghe di tutta la storia, il libro de chevet di ogni inquisitore o giudice laico interessato alla repressione della stregoneria, infinite volte ristampato in gran parte d'Europa fra il 1487, data della sua prima pubblicazione, e l'intero Seicento. icostruire il contesto della pubblicazione del Malleus e la figura dei suoi autori, sottolineando il ruolo dominante di Institoris, in confronto a quello di colui che passa per esserne il coautore, Jacob Sprenger. La ricostruzione minuziosa che nella prima parte del libro Tamar Herzig
fa della figura di Institoris contribuisce a rendere più chiaro il suo ruolo e la sua importanza come inquisitore e poi, a partire dal 1500, come nunzio di Alessandro VI in Boemia con il compito di reprimere il movimento hussita, e a sottolineare le discrepanze che l'analisi attenta delle sue
battaglie in difesa della Chiesa fa emergere. La sua opera come inquisitore delle streghe e come autore del Malleus, in cui sulla scia del suo predecessore Nider —l'autore di un manuale d'inquisizione contro le streghe, il Formicarius, da lui molto utilizzato — legò strettamente
all'accusa di stregoneria una forte carica misogina, che individuò il reato come essenzialmente femminile. E che insomma molto contribuì a far nascere l'immagine, troppo spesso generica e unidirezionale, che la caccia alle streghe sia stata l'esito della secolare ostilità della Chiesa contro
le donne.

Nelle donne vittime di violenza Il volto di Cristo di GUALTIERO BASSETTI La recente condanna dei vili aggressori di Lucia Annibali, a cui è stato devastato il viso con l'acido, interroga profondamente la coscienza di ogni persona e non può lasciare muta la Chiesa di fronte a tali atti miserabili. È bene dirlo con estrema chiarezza e semplicità: noi tutti siamo Lucia Annibali. E siamo anche Tanya St. Arnauld, Kate Piper, Patricia Lefranc, Zakia Parveen, per ricordare solo alcuni nomi in un drammatico elenco di giovani donne vittime in ogni parte del mondo della stessa
violenza. Nel volto di queste donne noi vediamo il volto di Dio. Nelle piaghe di queste sofferenze, nella carne di queste persone noi troviamo il corpo di Cristo. Deriso, calunniato, umiliato, flagellato, crocifisso, Gesù ci ha insegnato l'amore. Un amore sconfinato e gratuito, concreto e generoso, che ci possiede totalmente, che «riempie i vuoti» — dice Papa Francesco — e «le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia». Un amore che, invece, in queste storie atroci di violenza, viene irrimediabilmente negato da un'atavica concezione nella quale la donna è ridotta a oggetto da possedere e da disprezzare. Concezione resa ancor più violenta da una diffusa mentalità maschilista e individualista che finisce per indurire i cuori. Ecco allora esistenze alienate in cui l'essere umano tragicamente smarrisce la gioia ed è sempre più incapace di amare l'altro. Incapacità che paralizza lo spirito, riduce l'eros a puro atto consumistico, mercifica gli affetti e arriva a compiere violenze indicibili. Papa Francesco nell'esortazione apostolica Evangelii gaudium scrive che sono «doppiamente povere» quelle «donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere
i loro diritti». Oggi guardiamo con fiducia alla giustizia dei tribunali civili e nello stesso tempo ci rivolgiamo allo Spirito creatore perché induca un cambiamento profondo nel cuore di chi ha compiuto questi atti abbietti. Certamente le difficoltà e le ingiustizie subite fanno amara la vita
di ogni persona. Le violenze possono addirittura renderla insopportabile e difficile da comprendere.
Tuttavia, il senso profondo della nostra esistenza non si può smarrire se seguiamo la bussola della vita: è Gesù, sempre, l'ago calamitato che indica la direzione nel vortice di un mare in burrasca ed è lui a indirizzarci verso il Padre. Con Gesù di Nazareth il Verbo di Dio si è incarnato ed è entrato nella storia dell'umanità. Senza la consapevolezza di questa presenza carnale si rischia di ridurre il cristianesimo a una religiosità dal vago sapore sociale o, all'opposto, si arriva a costringerlo in un angusto orizzonte di valori e di precetti morali. I valori e i precetti, invece, acquistano senso compiuto solo se incarnati in una persona. Mai come oggi, infatti, è fondamentale «andare verso l'uomo» perché, come scriveva Emmanuel Mounier, è l'essere umano «l'unica realtà che ci sia dato di conoscere e, in pari tempo, di costruire dall'interno». E mai come oggi è doveroso, oltre che necessario, difendere le persone più deboli. A partire da quelle donne che hanno subito una violenza cieca e odiosa che, inesorabilmente, recide la comunione di Dio con l'intera umanità.

Un milione di profughi siriani. in Libano GINEVRA. I profughi siriani registrati nel vicino Libano sono ormai più di un milione. Il dato è stato fornito oggi da António Guterres, alto commissario dell'Onu per i rifugiati, in un comunicato che parla di «record disastroso, aggravato dal fatto che le risorse si stanno esaurendo rapidamente e le comunità che li ospitano sono vicine al punto di rottura». In effetti, un milione di persone rappresentano secondo le stime dell'Onu un quarto della popolazione attualmente residente in Libano (l'ultimo censimento ufficiale risale al 1970, quando i libanesi erano poco più di due milioni). «Un afflusso di tale portata — si legge nel comunicato — sarebb e imponente per qualsiasi Paese. Per una Nazione piccola e attraversata da difficoltà e dissidi interni come il Libano, l'impatto è sconcertante». In Siria, intanto, i combattimenti non s'interrompono e, anzi, si segnalano riprese di scontri armati anche su alcuni fronti relativamente tranquilli nelle ultime settimane. È il caso dell'area settentrionale di Damasco: un'intensa attività militare è in corso da ieri intorno a Jawbar, nella stessa zona dove, in marzo, era stata concordata una tregua tra l'esercito governativo e gli insorti. Accanto a questo, c'è anche una entusiastica accettazione del misticismo delle "sante vive" e un'intensa opera di diffusione del loro culto fuori dall'Italia, in un contesto in cui molte delle accuse rivolte alle mistiche riguardavano proprio la
mancanza di obbedienza all'autorità religiosa maschile. A spiegare questa contraddizione tra la sua scarsissima considerazione delle donne e, al tempo stesso, l'esaltazione della santità di Lucia da Narni e delle sue consorelle, Herzig introduce una spiegazione affascinante: più carnali e più deboli, le donne sarebbero per Institoris più soggette a subire tanto l'influenza del male, divenendo streghe, tanto quella del bene, dal momento che potevano raggiungere, in quanto donne, un grado perfetto di imitazione di Cristo. In sostanza, mentre l'eresia intellettuale, teologica è per Institoris un reato tipicamente maschile, l'eresia delle streghe è un reato tipicamente femminile, in cui a essere al centro dell'attenzione è il corpo, la sessualità. Così come, dall'altro verso, la volontà delle mistiche di imitare Cristo si esprime nel digiuno e nelle stigmate, che toccano appunto il corpo e non la fede consapevole. Un'imitazione di Cristo che giungeva — come scriveva nel 1501 il cardinale Ippolito d'Este in una lettera utilizzata da Institoris nel suo opuscolo: Stigmifere virginis, pubblicato in appendice al volume — a parlare di Christum Ihesum in virgine quadam transformatus, di Cristo trasformato in una vergine. Una piena esaltazione della spiritualità di queste sante mistiche, che Institoris utilizza, diffondendola in Europa, al servizio della battaglia contro tutti gli eretici e gli infedeli, dai musulmani, nella propaganda per la Crociata, agli ebrei, contro cui In-stitoris operò concretamente a Trento e a Innsbruck, alle streghe. L'immagine che emerge di questo periodo della storia religiosa tanto in Italia che in Europa è certo complessa, molto più composita e fitta di contraddizioni di quanto non appaia generalmente. Per non parlare delle controversie feroci tra francescani e domenicani a proposito della stigmatizzazione di queste sante, o delle lotte tra conventuali e osservanti all'interno dell'Ordine domenicano: è un'immagine che ci mostra ad esempio, nella storia dell'inquisizione medioevale ai suoi ultimi passi, un'istituzione più vitale di quanto non siamo abituati a considerarla e impegnata non solo nella caccia alle streghe, ma anche contro gli eretici e gli infedeli. Ugualmente complessa appare poi la figura stessa di Institoris, accusato dai suoi nemici, quali il vescovo Golser a Bressanone, di essere dedito all'alcool, ma nonostante ciò un personaggio di primo piano in Curia, dove si recava assai spesso, protetto dai Papi, da Innocenzo VIII a Alessandro VI. Insomma, un personaggio di primo piano della Chiesa di quegli an-ni difficili prima della Riforma, prima dell'Inquisizione romana, prima del Sacco di Roma, prima insomma della grande trasformazione del Cinquecento. Un'immagine, inoltre, in cui la questione della donna e del genere emerge inaspettatamente in primo piano fino addirittura a definire l'esistenza di eresie femminili ed eresie maschili. E a porre l'accento sull'importanza di quell'altro grande fenomeno della fine del Quattrocento e dell'inizio del Cinquecento che è il misticismo femminile, nella sua diffusione in Italia come in Germania e nella Spagna
dell'uniformità religiosa
Un amico con cui pregare Messa a Santa Marta. 03 aprile 2014. Pregare è come parlare con un amico: per questo «la preghiera deve essere libera, coraggiosa, insistente», anche a costo di arrivare a "rimproverare" il Signore. Con la consapevolezza che lo Spirito Santo c'è sempre e ci insegna come fare. È lo stile della preghiera di Mosè quello che Papa Francesco ha riproposto nella messa celebrata giovedì mattina, 3 aprile, nella cappella della Casa Santa Marta. Marc Chagall (1887-1985), «Il riposo di Mosè». Questa piccolo "manuale" della preghiera è stato suggerito al Pontefice dalla lettura del passo del libro dell'Esodo (32, 7-14), che racconta «la preghiera di Mosè per il suo popolo che era caduto nel peccato gravissimo dell'idolatria». Il Signore — ha spiegato il Papa — «rimprovera proprio Mosè» e gli dice: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto, si è pervertito». È come se in questo dialogo Dio volesse prendere le distanze, dicendo a Mosè: «Io non ho niente a che fare con questo popolo; è il tuo, non è più il mio». Ma Mosè risponde: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto con grande forza e con mano potente». E così, ha affermato il Santo Padre, «il popolo è come in mezzo a due padroni, a due padri: il popolo di Dio e il popolo di Mosè». Ecco allora che Mosè inizia la sua preghiera, «una vera lotta con Dio». È «la lotta del capo del popolo per salvare il suo popolo, che è il popolo di Dio». Mosè «parla liberamente davanti al Signore». E così facendo «ci insegna come pregare: senza paura, liberamente, anche con insistenza». Mosè «insiste, è coraggioso: la preghiera deve essere così!». Dire parole e niente più non vuol dire infatti pregare. Si deve anche saper «"negoziare" con Dio». Proprio «come fa Mosè, ricordando a Dio, con argomentazioni, il rapporto che ha con il popolo». Dunque «cerca di "convincere" Dio» che se scagliasse la sua ira contro il popolo farebbe «una brutta figura davanti a tutti gli egiziani». Nel libro dell'Esodo si leggono infatti queste parole di Mosè a Dio: «Perché dovranno dire gli Egiziani: "Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra" Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo». In buona sostanza Mosè «cercava di "convincere" Dio a cambiare atteggiamenti con tante argomentazioni. E queste argomentazioni va a cercarle nella memoria». Così «dice a Dio: tu hai fatto questo, questo e questo per il tuo popolo, ma se adesso lo lasci morire nel deserto cosa diranno i nostri nemici». Diranno — prosegue — «che tu sei cattivo, che tu non sei fedele». In questo modo Mosè «cerca di "convincere" il Signore», ingaggiando una «lotta» nella quale pone al centro due elementi: «il tuo popolo e il mio popolo». La preghiera ha successo, perché «alla fine Mosè riesce a "convincere" il Signore». Il Papa ha rimarcato che «è bello come finisce questo brano» della Scrittura: «Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo». Certo, ha spiegato, «il Signore era un po' stanco per questo popolo infedele». Ma «quando uno legge, nell'ultima parola del brano, che il Signore si pente» e «ha cambiato atteggiamento» deve porsi una domanda: Chi è cambiato davvero qui È cambiato il Signore «Io credo di no» è stata la risposta del vescovo di Roma: a cambiare è stato Mosè. Perché egli — ha affermato il Pontefice — credeva che il Signore avrebbe distrutto il popolo. E «cerca nella sua memoria com'era stato buono il Signore con il suo popolo, come lo aveva tolto dalla schiavitù dell'Egitto per portarlo avanti con una promessa». È appunto «con queste argomentazioni che cerca di "convincere" Dio. In questo processo ritrova la memoria del suo popolo e trova la misericordia di Dio». Davvero, ha proseguito il Papa, «Mosè aveva paura che Dio facesse questa cosa» terribile. Ma «alla fine scende dal monte» con una grande consapevolezza nel cuore: «il nostro Dio è misericordioso, sa perdonare, torna indietro nelle sue decisioni, è un padre!».
Sono tutte cose che Mosè già «sapeva, ma le sapeva più o meno oscuramente. È nella preghiera che le ritrova». Ed è anche «questo che fa la preghiera in noi: ci cambia il cuore, ci fa capire meglio com'è il nostro Dio». Ma per questo, ha aggiunto il Pontefice, «è importante parlare al Signore non con parole vuote come fanno i pagani». Bisogna invece «parlare con la realtà: ma, guarda, Signore, ho questo problema nella famiglia, con mio figlio, con questo o quell'altro... Cosa si può fare Ma guarda che tu non mi puoi lasciare così!». La preghiera prende e richiede tempo. Infatti «pregare è anche "negoziare" con Dio per ottenere quello che chiedo al Signore» ma soprattutto per conoscerlo meglio. Ne viene fuori una preghiera «come da un amico a un altro amico». Del resto «la Bibbia dice che Mosè parlava al Signore faccia a faccia, come un amico». E «così deve essere la preghiera: libera, insistente, con argomentazioni». Persino «"rimproverando" un po' il Signore: ma tu mi hai promesso questo e non l'hai fatto!». È come quando «si parla con un amico: aprire il cuore a questa preghiera». Papa Francesco ha anche ricordato che, dopo il faccia a faccia con Dio, «Mosè è sceso dal monte rinvigorito. Ho conosciuto di più il Signore. E con quella forza che gli aveva dato riprende il suo lavoro di condurre il popolo verso la terra promessa». Dunque «la preghiera rinvigorisce». Il Pontefice ha concluso chiedendo al Signore che «dia a tutti noi la grazia, perché pregare è una grazia». E ha invitato a ricordare sempre che «quando preghiamo Dio, non è un dialogo a due» ma a tre, «perché sempre in ogni preghiera c'è lo Spirito Santo» Dunque «non si può pregare senza lo Spirito Santo: è lui che prega in noi, è lui che ci cambia il cuore, è lui che ci insegna a dire a Dio "padre"». È allo Spirito Santo, ha aggiunto il Papa, che dobbiamo chiedere di insegnarci a pregare «come ha pregato Mosè, a "negoziare" con Dio con libertà di spirito, con coraggio». E «lo Spirito Santo, che è sempre presente nella nostra preghiera, ci conduca per questa strada».

Due in uno. [ sacramento del matrimonio ] All'udienza generale Papa Francesco parla del matrimonio come icona dell'amore di Dio. 02 aprile 2014. Il matrimonio è «l'icona dell'amore di Dio per noi», perché fa dei due sposi «una sola esistenza». Lo ha ricordato Papa Francesco all'udienza generale di mercoledì 2 aprile, in piazza San Pietro, concludendo il ciclo di catechesi dedicate ai sacramenti. Proprio del matrimonio il Pontefice ha parlato come del sacramento che «conduce nel cuore del disegno di Dio». La coppia matrimoniale è infatti l'immagine della comunione tra le tre persone della santissima Trinità — il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo — che «vivono da sempre e per sempre in unità perfetta». Nell'unione «intima» tra l'uomo e la donna si rispecchia dunque l'amore di Dio: e non a caso la Bibbia usa in proposito «un'espressione forte» parlando dei due sposi come di «un'unica carne». Un «disegno stupendo» — ha commentato il Papa — che «si attua nella semplicità e anche nella fragilità della condizione umana». Per questo il Pontefice non si è nascosto le «tante difficoltà» e le «prove» che esistono nella vita coniugale: e tra queste ha citato il lavoro, l'educazione dei figli, i problemi economici. «Tante volte il marito e la moglie litigano fra loro» e «alcune volte volano anche i piatti», ha aggiunto sorridendo. Ma, ha proseguito, «per fare la pace non è necessario chiamare le Nazioni Unite»; è sufficiente «un piccolo gesto, una carezza» prima che finisca la giornata, e così all'indomani «si comincia un'altra volta».
E qui il Papa ha aggiunto un consiglio spirituale già raccomandato altre volte ai coniugi: quello di utilizzare sempre tre parole — «permesso, grazie, scusa» — che aiutano la vita familiare a superare difficoltà e ostacoli. «Con queste tre parole, con la preghiera dello sposo per la sposa e viceversa, con fare la pace sempre prima che finisca la giornata — ha assicurato — il matrimonio andrà avanti». Al termine dell'incontro, nel salutare i vari gruppi di fedeli presenti in piazza San Pietro, Papa Francesco ha ricordato la popolazione dell'Aquila colpita cinque anni fa dal terremoto e ha lanciato un appello per la ricostruzione della case, delle chiese e del patrimonio artistico del capoluogo abruzzese danneggiato dal sisma.

Diplomazia al lavoro per salvare i colloqui di pace [ma, Israele deve essere riconosciuto, e questo è formalmente e giuridicamente indispensabile, e la Sharia, senza reciprocità e senza diritti umani, deve smettere di minacciare il genere umano! ]. Indette riunioni straordinarie dei negoziatori israelo-palestinesi e della Lega araba. 03 aprile 2014. La diplomazia internazionale si è messa subito al lavoro nel difficile tentativo di fare ripartire i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi. L'inviato statunitense per il Vicino Oriente, Martin Indyk — dopo che la Casa Bianca si è detta ieri delusa dagli ultimi sviluppi, bollando come controproducenti le azioni «inutili e unilaterali» attribuite a israeliani e palestinesi — ha infatti convocato una riunione di emergenza con l'obiettivo di salvare il negoziato tra le due parti, faticosamente ripreso l'estate scorsa. E per valutare lo stallo nei colloqui di pace, anche la Lega araba ha convocato un vertice straordinario dei ministri degli Esteri per il 9 aprile prossimo. Nel corso dell'incontro, si discuterà del rifiuto di Israele di rilasciare il quarto e ultimo gruppo di detenuti palestinesi, in carcere da prima degli accordi di Oslo (1993). Una scelta che secondo il Governo israeliano non sarebbe stata obbligata, visto che i colloqui erano praticamente fermi dal novembre scorso.

L'OSSERVATORE ROMANO pagina 4.venerdì 4 aprile 2014. di GAETANO VALLINI. È uno sforzo di immaginazione quello che Keith Lowe chiede al lettore all'inizio del libro Il continente selvaggio. L'Europa alla fine della seconda guerra mondiale (Bari, Laterza, 2013, pagine 498, euro 25). Vuole che immagini un mondo senza istituzioni, in cui i confini fra Paesi sembrano dissolti lasciando uno spazio sterminato senza ordine e legge; un mondo privo di riferimenti, nel quale è difficile avere il senso di ciò che è giusto o sbagliato, e dove chiunque è un potenziale nemico. Non c'è denaro, non ci sono negozi, del resto non c'è roba da vendere, neppure cibo. Molti edifici sono ridotti a cumuli di macerie. I trasporti sono pratica-mente inesistenti, le informazioni non arrivano. «Uomini in armi vagano per le strade, arraffando ciò che più gli aggrada e minacciando chiunque intralci il loro cammino. Donne di tutte le classi ed età si prostituiscono per avere cibo e protezione. Non c'è, vergogna. Non c'è moralità. C'è solo sopravvivenza». Ebbene, quello che oggi apparirebbe fantasioso anche per un film hollywoodiano del genere catastrofico, è ciò che vissero milioni di persone «nel cuore di quella che per decenni era stata considerata come una delle più stabili e sviluppate aree della terra». «La ricercata frammentazione delle comunità aveva seminato un'irreversibile diffidenza fra vicini; e la carestia universale aveva reso la ci vollero mesi, se non anni, perché terminasse, e la fine arrivò a tappe, in momenti diversi nelle diverse parti d'Europa». Anzi, alcuni a Est sostengono che sia finita realmente addirittura in tempi molto più recenti: il conflitto era iniziato con l'invasione dei loro Paesi da parte dei nazisti prima e dei sovietici poi, quindi non lo si poteva dire concluso fino a che l'ultimo carro armato sovietico non avesse lasciato il suolo patrio; cosa che avvenne solo a partire dal 1989 e per diversi anni. Nell'immediato, come sempre al termine di una guerra, le persone erano più interessate alla sopravvivenza che a restaurare le basi della società. Affamate, spogliate di tutto e incattivite da anni di sofferenza, prima di sentirsi motivate a ricostruire dovevano far sbollire rabbia e rancore. E ciò non fu indolore. «Dopo la guerra — scrive Lowe — ondate di vendette e punizioni si riversarono su tutte le sfere della vita europea. Nazioni furono private di territori e disponibilità finanziarie, governi e istituzioni furono sottoposti a epurazioni, e intere comunità furono terrorizzate a causa di quello di cui, secondo l'opinione corrente, si erano rese responsabili durante la guerra. A subire le peggiori vendette furono soprattutto singoli individui. In tutta Europa, civili tedeschi furono percossi, arrestati, impiegati come schiavi da fatica o semplicemente assassinati. Soldati e poliziotti che avevano collaborato con i nazisti furono arrestati e torturati. Donne che erano andate a letto con soldati tedeschi furono denudate, rasate e fatte circolare per le strade coperte di catrame. Donne tedesche, ungheresi e austriache furono violentate a milioni. Lungi dal ripulire la lavagna, il primo dopoguerra vide al contrario un diffondersi dei torti fra le comunità e fra le nazioni, e molti di essi sono vivi tuttora».
Inoltre la fine della guerra non significò una nuova armonia tra le varie etnie. Anzi, sottolinea lo storico, in alcune aree le tensioni etniche si inasprirono: «Gli ebrei continuarono a essere perseguitati, esattamente come lo erano stati durante la guerra. Dappertutto le minoranze divennero di nuovo obiettivi politici, e in qualche zona ciò portò ad atrocità altrettanto ripugnanti quanto quelle commesse dai nazisti». In sostanza, è la tesi di Lowe, quella dell'Europa nell'immediato dopoguerra non fu una storia di ricostruzione e riabilitazione, ma piuttosto «una storia di sprofondamento nell'anarchia. E questa è una storia che non è mai stata scritta veramente». In effetti gli studi che affrontano il periodo post bellico prendono in esame un arco di tempo molto più ampio dei cinque anni — approssimativamente dal 1944 al 1949 — presi in considerazione da questo libro. Un'opera importante, quindi, che tenta di colmare in parte la lacuna. Perciò nella lettura non ci si imbatterà ad esempio nei processi di Norimberga, o nel piano Marshall, perché l'attenzione è concentrata su un momento precedente, «quando la maggior parte dell'Europa era ancora estremamente volatile, e la violenza poteva divampare di nuovo alla minima provocazione. In un certo senso — ammette Lowe — io tento l'impossibile: tento di descrivere il caos». Un tentativo che — eludendo il rischio di rimanere impigliato in una ristretta visione occidentale, prevalente nella maggior parte degli studi su questo periodo — coglie nel segno attraverso un racconto minuzioso, vivido, a tratti agghiacciante, delle vendette, delle rappresaglie, delle pulizie etniche che continuarono a insanguinare l'Europa. Il tutto con due scopi dichiarati dallo stesso Lowe. Il primo è «sostenere che questi furono in realtà gli ultimi spasmi della seconda guerra mondiale, e in molti casi costituirono un trapasso quasi senza soluzione di continuità all'inizio della Guerra Fredda». Il secondo, «forse il più importante, è di illuminare un sentiero attraverso il labirinto di miti che si sono diffusi sul dopoguerra. Molti dei "massacri" su cui ho investigato — spiega lo storico — si rivelano, a un più attento esame, molto meno drammatici di quanto siano di solito rappresentati. Allo stesso tempo, alcune atrocità assolutamente sbalorditive sono state rabberciate, o sono andate semplicemente perdute sotto la ramazza di altri avvenimenti storici. Se forse è impossibile scoprire l'esatta verità che sta dietro ad alcuni di questi eventi, è almeno possibile eliminare alcune delle falsità». Sono quelle falsità usate da quanti ancora oggi vogliono sfruttare odio e risentimento a proprio vantaggio, cercando di distorcere il giusto equilibrio della storia. Da loro mette in guardia in ultima analisi Lowe, che chiede uno sforzo di onestà intellettuale: «Dobbiamo mostrare come visioni concorrenti della storia possono esistere l'una accanto all'altra. Dobbiamo mostrare come le passate atrocità s'inquadrano nel loro contesto storico, e come la vergogna non sia di una parte soltanto ma di tutte le varie parti. Dobbiamo sforzarci sempre di scoprire la verità, soprattutto quando si arriva alle statistiche e la verità diventa incontrovertibile. Dopotutto, è storia, e non le si dovrebbe consentire di avvelenare il presente»

ALGERI. È iniziata ieri sera ad Algeri la visita di due giorni del segretario di Stato americano, John Kerry. Durante gli incontri — ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri algerino, Sherif Abdelaziz Benali saranno sul tavolo «non solo questioni di sicurezza». Con i funzionari del Governo di Algeri, Kerry parlerà infatti «anche di cooperazione economica, commerciale e politica» (cioè come i farisei bildenberg potranno sfruttare, i fessi rubando la sovranità monetaria! ), ha precisato Benali. Tra i temi in agenda ci saranno inoltre i problemi del Sahel, con particolare riferimento alla crisi in Mali e alla questione del Sahara occidentale, regione sotto il controllo marocchino ma sulla quale il popolo sahrawi, con l'appoggio di Algeri, rivendica l'indi-pendenza. «Gli Stati Uniti svolgono un ruolo fondamentale per la risoluzione della questione del Sahara occidentale», ha chiarito Benali

Depenalizzato in Italia il reato di clandestinità, ROMA. [ non è colpa dei migranti, se, i nostri massoni Bildenberg sono i traditori, che, hanno venduto a Rothschild la nostra sovranità monetaria, e noi non siamo più nelle condizioni, di badare a noi stessi, per non essere in grado, di badare a nessuno! ] La Camera dei deputati italiana ha approvato ieri il disegno di legge sulle misure alternative al carcere che contiene al suo interno l'abolizione del reato di immigrazione illegale. Si tratta, fra l'altro, della prima legge di iniziativa parlamentare e non governativa varata in questa legislatura. In carcere per tale reato non è mai finito nessuno, ma la presenza della
norma nella legislazione aveva contribuito in modo rilevante ad appesantire il lavoro di magistrati e forze dell'ordine. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha parlato di segno di maturità del Parlamento, prova della volontà politica di voltare pagina rispetto al pensiero dominante degli ultimi anni che ha criminalizzato i migranti.

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